martedì 17 gennaio 2012

L'amore virtuale

- Buonasera cari miei, scusate il ritardo ma in giornata non sono stata bene.
Oggi parleremo d'amore.
Vedete, la Contessa ha uno spasimante anonimo.
La riempie di messaggi dolci e pieni d'affetto ma senza volersi rivelare.
Dice di voler vivere quest'affetto per quello che è, un sogno impalpabile e irreale.

Ora, l'argomento di oggi sarà proprio questo.

Com'è possibile provare affetto per una persona di cui non si conosce nemmeno la voce?
O lo sguardo?
Capisco l'affetto femminile, che trascende la conoscenza fisica.
Ma come può un uomo voler provare una sorta di innamoramento senza nemmeno saper che occhi ha la dama?
L'amore è cuore, pelle, capelli, sguardi e sensazioni.

E le sensazioni sono date appunto dai sensi: udito, tatto, olfatto, vista e gusto.
Non si può amare una voce silenziosa, una mano impalpabile, una pelle senza profumo, degli occhi ciechi e una bocca insapore.

Siete d'accordo oppure sbaglio qualcosa?

Accetto volentieri pareri per sciogliere il mio dilemma.

A voi la parola e un biscottino da intingere nel the al bergamotto di oggi.

Con affetto,
La Contessa - 

*mescola un po' di miele nel the e attende le prime parole*

2 commenti:

  1. Oh mia cara, è più che possibile. Lui, mio marito, mi ha fatto la corte senza farsi riconoscere per un bel pò, corte a modo suo ovviamente: niente fiori e pochissime romanticherie, quelle che a una donna fanno piacere. -ridacchia- Ma non posso lamentarmi, no? Alla fine il suo scopo l'ha raggiunto, ma ammetto che è stato interessante ed a volte frustrante. -Una lunga pausa mentre si siede- Sì frustrante, non poterlo vedere, non sentire il suo dolce profumo, non potergli accarezzare il volto e tutto il resto. -Sospira.- Quante notte insonni a pensare chi poteva essere, anche se, ma non diteglielo, avevo dei sospetti. Ora devo andare -Si alza sistemando il vestito di velluto verde.- Il mio spasimante segreto mi aspetta, ma non esiste più, ma mi diverto a farlo ingelosire. -Si allontana canticchiando-

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  2. *Si alza in piedi* Permettete che mi presenti cara Contessa: il mio nome è Marchese Stefano Birillo *si inginocchia levandosi il cappello* e sono onorato di essere ospite per la prima volta nel vostro salotto. *si siede e prende una tazza di the al bergamotto e un biscottino* Vedete mia cara Contessa, il tema che voi proponete è alquanto intrigante seppur controverso: molti ritengono che amore non possa essere se non vi è contatto fisico e un coinvolgimento di tutti i sensi *mangia il biscottino* mmm davvero delizioso *prende un sorso di the* per altri invece l'amore trascende l'essere fisico e si innalza a quello che è lo spirito, l'emozione, il sentimento. Io sono per quest'ultima corrente di pensiero.
    Le emozioni che l'amata ci può far vivere anche con una semplice lettera, solo con pochissime parole, *si alza e nella concitazione gesticola*sono vive, intense e vibranti seppur in qualche modo diverse da quelle che ci darebbe la sua vista o addirittura un suo bacio.
    Il nostro cuore batte più lesto e sentiamo del calore scaldarci il viso, in corpo un'energia inaudita che sarebbe in grado di farci compiere imprese titaniche in nome del nostro amore.
    *si risiede*
    Credo non sia impossibile innamorarsi di una persona con cui si è tenuto uno stretto ed emozionante scambio epistolare, anche solo vedendone il ritratto oppure sentendone il decantare delle beltà da qualcuno che l'ha conosciuta.
    Quella che vi porto io è solo una testimonianza di una situazione che ho vissuto personalmente ma spero abbia apportato un contributo a sciogliere il vostro dilemma.
    *beve l'ultimo sorso e posa la tazzina* Questo the era squisito
    *si alza e si dirige verso la Contessa* Cara Contessa vi ringrazio della squisita ospitalità che offrite nel vostro salotto, è stato un onore e un piacere per me partecipare a questo interessante dibattito ma il vespro è vicino ed è arrivata l'ora di congedarmi, col vostro permesso *si inginocchia e bacia sfiorandola appena la mano della Contessa*
    A presto mia cara
    *si rialza, si rimette il cappello e si allontana dalla stanza*

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